Appello per una manifestazione l’8 settembre 2022
17.000 internati militari italiani furono utilizzati come lavoratori forzati nelle aziende di Amburgo a partire dall’autunno 1943. Dopo l’annuncio dell’armistizio con gli Alleati da parte del nuovo governo italiano, l’8 settembre 1943, centinaia di migliaia di soldati italiani erano stati disarmati e fatti prigionieri dalla Wehrmacht tedesca. Oltre 600.000 di loro si rifiutarono di continuare a combattere a fianco dei tedeschi e furono quindi portati via per il lavoro forzato nell’economia di guerra nazista. Per non essere vincolati dalle regole internazionali, i nazisti li trasferirono dallo status di prigionieri di guerra a quello di „internati militari“. Questo li privava dei pochi diritti dei prigionieri di guerra e permetteva loro di essere utilizzati nella produzione di armamenti.
Per sopperire alla crescente carenza di manodopera nell’economia di guerra tedesca, i nazionalsocialisti deportarono circa 13 milioni di persone ai lavori forzati nel territorio del Reich. Tra questi c’erano anche gli internati militari italiani. In quanto ex alleati della Germania, si rifiutarono di combattere dalla parte tedesca, furono quindi considerati „traditori“ e furono trattati particolarmente male nei campi e nei luoghi di schieramento. Almeno 50.000 internati militari italiani non sopravvissero alla prigionia nei campi tedeschi. Coloro che sopravvissero alla prigionia e ai lavori forzati videro la fine della loro prigionia il giorno della liberazione di Amburgo, il 3 maggio 1945.
A quasi 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, anche l’attuale governo federale si rifiuta di trovare una soluzione alla questione dei risarcimenti. Nell’aprile del 2022, il governo tedesco ha fatto causa allo Stato italiano per impedire che le vittime dei nazisti potessero chiedere un risarcimento ai tribunali italiani. Inoltre, le misure di pignoramento delle proprietà tedesche già avviate devono essere interrotte. Sotto la pressione della causa tedesca, all’inizio di maggio il governo italiano ha emanato un decreto in base al quale tutte le sentenze esistenti sono di fatto annullate e i procedimenti futuri non sono più possibili. Inoltre, lo Stato italiano istituirà un fondo da cui attingere per il pagamento dei risarcimenti. È probabilmente un evento unico che uno dei Paesi occupati dalla Germania nazista debba risarcire con fondi propri i cittadini vittime dei crimini nazisti.
Condividiamo la responsabilità di garantire che la questione del lavoro forzato nazista non venga dimenticata e che la questione del risarcimento venga risolta nell’interesse delle persone colpite. Questo vale anche per gli internati militari italiani, la cui storia è ancora nota solo a pochi.
„Ricordare e risarcire“: con questo motto il gruppo di progetto Internati Militari Italiani ad Amburgo 1943-45 invita a una manifestazione presso il sito dell’ex campo di lavoro forzato dell’acquedotto di Amburgo:
Giovedì 8 settembre 2022 alle 18.00.
sul terreno della Süderstraße 112
Amburgo, settembre 2022